C’era una tigre, splendida.
Con me da anni, vissuti intensamente.
Fiera e bellissima felina, come gatta, ma tanto più grande.
Inavvicinabile, per scelta e per timore. Il mio.
Ruggiva a tratti. Temevo risvolti tragici per età e per follia, temevo gli effetti del cimurro dell’inconsapevolezza funzionale.
Lo sguardo, il pelo, la dimensione. Cosa c’è nel cuore di una tigre magnifica, sola, che cerca di ficcarsi nel trasportino di un gatto non appena ti chiudi alle spalle la porta di casa?
Il fascino incredibile di un dolore che, come l’elefante, nella 500 non ci sta.
Eppure rimane così elegante,
Così bella,
Così.
Metodica pernice a rotelle
30 marzo 2019
Un ideale confusionario di sessuologia prese una curva ripida in discesa, frenò senza frenare e andò a sbattere velocemente contro un muro torbido di gesso e sale.
Biancheria e politica
4 marzo 2019
Che sia stata l’insalata con le lenticchie,
o il sole che picchia in testa
– rifulgente il naso –
mentre giaccio rannicchiata sulla mia sdraietta,
speme di gloria caduco, penso che oggidì non potrei credere fermamente in un partito, perché equivarebbe a percepire – quota 100 per cento -, quella fastidiosissima sensazione da lasca mutanda calante causa elastico allentato.
Chi non indossa le mutande può provarlo coi calzini.
Ceratonia siliqua
27 febbraio 2019
Facebook è così: leggi, guardi, pensi, ed ecco che un fumetto ti squarcia la mente: “È stupido come una carruba”.
E poi, fulmineamente, ti sembra profondamente ingiusto per le carrube.
– C’era tonia?
– Sì, lì, qua.
Vabbè, vado a nuotare, mi devo riabilitare.
Per niente nudi, solo crudi
24 novembre 2018
Quando, più che un dialogo, una flatulenza. Fuori dalla curva gaussiana, son lì a impersonare la freccia sull’asse delle ascisse con la presunzione di indicare la via. L’antidoto può essere allenarsi sull’ordinata usandola come palo per la pole dance, scegliendo la musica allo scopo meno acclamata? È un’idea. Però, forse, meglio ancora sarebbe cambiare grafico, foglio da disegno e ricominciare da capo.
Anamnesi dell’esistenza. O estuari
18 novembre 2018
Cosa siamo, se non un ammasso di cellule non sempre ben assemblate. Parenti stretti di esseri che si sono evoluti ma che per correre oltre i limiti si stanno autodistruggendo.
Ormai tutti sistemati sugli scaffali in una predeterminata posizione come libri bianchi in cui è scritta solo la prefazione, ma già raccolti, secondo stereotipi, per argomento.
Io voglio essere collocato nella sezione Vario genere vicino a un libro che mi appassiona da morire, perché è fuori dagli schemi e ha una elasticità concettuale che mi stupisce continuamente.
Quel libro sei tu amore mio.
Di mio qui c’è solo metà del titolo e l’autorizzazione a pubblicare.