Era ieri
3 novembre 2010
Città con la br, mi manca solo Brera.
Arrivo da una città con la br, passo da una città con la ba ed ora sono in quest’altra città con la br che conosco appena. Nella prima città con la br c’era il sole ma faceva più freddo poi il cielo s’è fatto grigio ed è scesa una pioggia sottile sottile, continuava a scendere quando ero in fila per salire sull’aereo. Voci attendibili mi dicono che ancora non ha smesso la sua danza, lieve ticchettio in do-re.
Nella città con la ba c’era caldo, un caldo insolito a dispetto delle giacche sfoggiate dagli autoctoni. Il calendario prevale sul buon senso e se il calendario dice che è novembre non ci sono cazzi, pure se c’è scirocco devi far finta di niente e vestirti da novembrino.
Nella città con la ba ci ho dormito due notti e ho fatto gli incubini (incubi di media stazza) prima da addormentata e poi da sveglia mentre il vento giocava con le mattonelle e lo stendino sul balcone: sciaff, ptrac!, tumb. Ci ho visto pure un film che mi è piaciuto.
Poi mi sono svegliata in un’alba grigioazzurra per prendere servizio come fornitrice di automezzo, dog sitter, cambiatrice di canali dell’autoradio, presidiatrice di bed and breakfast, scaricatrice di bagagli, consolatrice di cagnetta sola.
La mia carta d’identità è tornata utile; il Garmin anche, lo ammetto.
Fuori da questo posto ancora assolutamente vuoto di gente seppur ammobiliato ci sono strade che non so, mura abbandonate ricoperte di scritte spray adolescenziali – disperazione e/o un pizzico di tenera idiozia – mentre colà depositati in attesa in corridi celestini i due aspettano: fratello affetto da mammite alternata a picchi di stupidite e genitrice affetta da egoistite.
Credo che come il papa disapproveranno la mia reticenza alla mariamaddalenite, non ho neanche l’abito e il pizzo nero, né le sopracciglia inarcate nell’iconografica sofferenza che tutto obnubila.
Peccato?
Era ieri, il giorno di un diluvio ragguardevole se pur non universale.
Oggi c’era il sole, io e cagnetta siamo state a zonzo, siesta in un piccolissimo parco lei a brucare l’erba, io a brucare un libro.
«La cosa logica, la cosa naturale, la cosa semplicemente umana sarebbe stata che abramo avesse mandato il signore a cagare, ma non è andata così.»
(Caino, José Saramago)
Noi però facciamo ancora in tempo.
Nella città con la ba ci ho dormito due notti e ho fatto gli incubini (incubi di media stazza) prima da addormentata e poi da sveglia mentre il vento giocava con le mattonelle e lo stendino sul balcone: sciaff, ptrac!, tumb. Ci ho visto pure un film che mi è piaciuto.
Poi mi sono svegliata in un’alba grigioazzurra per prendere servizio come fornitrice di automezzo, dog sitter, cambiatrice di canali dell’autoradio, presidiatrice di bed and breakfast, scaricatrice di bagagli, consolatrice di cagnetta sola.
La mia carta d’identità è tornata utile; il Garmin anche, lo ammetto.
Credo che come il papa disapproveranno la mia reticenza alla mariamaddalenite, non ho neanche l’abito e il pizzo nero, né le sopracciglia inarcate nell’iconografica sofferenza che tutto obnubila.
Peccato?
Oggi c’era il sole, io e cagnetta siamo state a zonzo, siesta in un piccolissimo parco lei a brucare l’erba, io a brucare un libro.
«La cosa logica, la cosa naturale, la cosa semplicemente umana sarebbe stata che abramo avesse mandato il signore a cagare, ma non è andata così.»
(Caino, José Saramago)
4 novembre 2010 at 10:47
ho visto donne-verme (piumino salamato ai piedi) a gennaio a palermo con 15 gradi. poi ho pensato che se non lo mettono a gennaio quando lo mettono?
burn baby burn
disco inferno
5 novembre 2010 at 19:14
ho visto una donna molosso e mò lo so che i cani per davvero assomigliano ai paTroni.
4 novembre 2010 at 11:01
Io sono nato in una città con la Fi, poi sono andato (mi hanno portato, per la precisione) in una con la Se ed ora abito in una con la Ba. Credo non mi manchi niente. :-)
5 novembre 2010 at 19:15
Anch’io abito in una città con la Ba… com’è che non ci incontriamo mai?
U f f a !
4 novembre 2010 at 12:18
Ma sempre tutti con lui ce la si prendete? Proprio lui che non ne può nulla e che è afflitto solo da liberarbitre acuta? (Così mi disse eh…) Che poi sul vestirsi da novembrini c’hai troppo ragione… Sono paradigmi mentali che valli a scalzare…Mica si riesce (come tante altre cose)
5 novembre 2010 at 19:16
(come tante altre cose)
:-)
(basìn)
4 novembre 2010 at 12:19
E magari la prossima volta che commento, un te in meno e un caffè in più…
5 novembre 2010 at 19:17
Ma no, va bene pure il te… o tisana alla cannella? :-)
6 novembre 2010 at 22:35
Tisana, tisana!!!!! Arancia e cannella ancora meglio… Ps: appunto sul pistacchio di Bronte….C’è una gelateria qua a Genova che fa il miglior gelato al pistacchio di Bronte che si sia mai mangiato nella storia! Da provare assolutamente!!!!
7 novembre 2010 at 02:14
Lovoglio!! Dov’è il prete? Vuoi tu signorina spoah il gelato al pistacchio di bronte? Sì, lo voglio!
4 novembre 2010 at 14:21
Caino! Finito giusto un mesetto fa; grandioso. “Il dubbio è il privilegio di chi ha vissuto molto”. Evidentemente ho vissuto moltissimo.
5 novembre 2010 at 19:18
Evidentemente sono nata alla rovescia come quel tipo del film che forse è tratto da un libro e di cui di sicuro non mi ricordo mai il nome… La strana storia… di?
5 novembre 2010 at 20:51
fusse che fusse il sig. Beniamino Bottone?
5 novembre 2010 at 22:54
fuss che fusse che ci hai raggione… hic! (vino rosso con retrogusto acetato)
4 novembre 2010 at 14:36
non avere gli incubini…….e neanche gli incuboni…se no fai come me e va a finire che diventi pure sonnambula e ti svegli con metà corpo fuori dalla finestra!!!
5 novembre 2010 at 19:20
Come? Io con te non ci dormo più!! :-D
Sai che festini di notte tra tutt’e due? A dicembre facciamo gli esperimenti :-D
4 novembre 2010 at 14:37
ora non è che voglia fare lo spaccapalle ma… brera non è una città, al massimo è un quartiere. però in sicilia c’è bronte, con i pistacchi buoni :*
5 novembre 2010 at 19:25
Bronte non va bene, mi sa troppo di romanzo dell’ottocento o di Safran Foer… e Foer mi impasta lo stomaco come pochi. Ora non chiedermi perché Foer: non è colpa mia se non leggi i libri che ti vengono prestati a dispetto dell’affetto carnale che ad essi ci lega. E poi Brera non esiste ancora tutt’intera solo perché me la stanno preparando apposta, visto che le altre città con la br sono finite.
Bressanone suonava male, mi trombavano le orecchie. Toh.
5 novembre 2010 at 20:54
io ho visto in anteprima il libro nuovo di safran foer e tu no-ò! ahem, ogni cosa è illuminata è lì al suo posto e sarà letto presto, tranquilla! sulle orecchie che trombano non commento. ma di bruges vogliamo parlarne?
6 novembre 2010 at 17:10
Al suo posto? E sarà a letto presto? Tsk.
Sulle orecchie che trombano ogni commento è superfluo :-D
Bruges chi? (tormentone!)